Rinforzi Strutturali
In Fibra di Carbonio
Rinforzi Strutturali
Rinforzi Strutturali Ruredil: attiva nel settore delle costruzioni da oltre sessant’anni, è da sempre all’avanguardia nello sviluppo di nuovi prodotti e nuove tecnologie utili a migliorare l’efficacia, l’affidabilità e la sicurezza nell’ambito delle strutture. Il modello di sviluppo perseguito ha sempre cercato di armonizzare le esigenze tecniche con l’ecosostenibilità, valorizzando quindi i temi della durabilità dei materiali, della compatibilità con l’ambiente e della salute degli operatori.
Perchè utilizzarli?
Nel corso della vita utile dell’edificio può accadere che la capacità portante della struttura non sia più adeguata allo svolgimento delle funzioni statiche e dinamiche previste dal progetto o causate da variazioni di destinazione d’uso.
I motivi posso essere:
- il degrado dei materiali che la costituiscono, che può provocare sia la diminuzione della sezione resistente sia il peggioramento delle caratteristiche meccaniche della struttura
- la variazione della destinazione d’uso di un edificio, che può determinare un sovraccarico imprevisto negli elementi portanti
- eventi imprevedibili come cedimenti delle fondazioni, forti impatti, incendi e terremoti, che possono causare danni localizzati o estesi all’intera costruzione.
Se l’eccesso di carico statico genera problemi sui singoli elementi strutturali direttamente interessati, i carichi dinamici, quali il terremoto, mettono a dura prova anche i collegamenti tra di essi, come i nodi trave-pilastro nelle strutture in calcestruzzo armato e le connessio- ni tra murature verticali, orizzontamenti piani e volte nelle strutture in muratura.
Sistemi Tradizionali…
Gli interventi di rinforzo tradizionali sono sempre stati eseguiti sostituendo o reintegrando i materiali degradati impiegati nelle strutture (blocchi, malte, calcestruzzo, armature) con la finalità di ricostituire la sezione e la continuità originaria, eventualmente aumentando le sezioni per garantire portata e sicurezza maggiori.
Nel caso di interventi volti a migliorare le prestazioni strutturali o a contrastare l’azione di forze dannose allo schema strutturale, già nell’antichità venivano inseriti nelle murature elementi in legno e in ferro come catene, tiranti, chiavi e cerchiature. In epoca più recente, abbiamo assistito ad applicazioni di confinamento anche su pilastri in calcestruzzo armato, oltre che alla posa di pesanti lastre in acciaio all’intradosso di travi e solette incollate con resine epossidiche (tecnica del beton plaqué).
Queste tipologie di intervento, difficili da eseguire e fortemente invasive per la statica e l’estetica delle costruzioni, manifestano anche una scarsa durabilitàalmantenimentodell’efficaciadelrinforzoneltempo.Infatti, i materiali da ripristino impiegati (resine, malte epossicementizie) sono caratterizzati da prestazioni meccaniche molto più elevate rispetto a quelle della struttura in calcestruzzo o muratura. Questo fatto altera la distribuzione degli sforzi nella struttura rinforzata e provoca una maggiore sollecitazione meccanica nel materiale più debole che giungerà a rottura con più facilità, vanificando l’intervento di rinforzo.